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"Per me recuperare le tradizioni significa fare bene le cose semplici"

Noemi

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La Giulia del 1962 è stata la capostipite di una stagione di successi della casa del Biscione. Ed è stata anche la vettura del passaggio tra lo stabilimento del Portello (in Milano) e quello di Arese. Nella sua lunga carriera inoltre, la Giulia declinata nelle diverse varianti, ha avuto un esaltante percorso agonistico nel mondo delle corse; uno degli slogan che la hanno accompagnata è: "Giulia, la berlina che vince le corse".

giuliaGTA

La Giulia è stata uno spartiacque tra generazioni, sia in termini stilistici e che tecnologici. In effetti raccogliere l'eredità di una vettura così importante come  era stata la Giulietta del 1955, non è stato facile. All'inizio gli scettici erano molti, non fosse altro per la strana forma della coda, la cosiddetta "coda tronca", mai vista prima.

In generale la critica degli addetti ai lavori fu molto pesante e anche una rivista come Quattroruote, seppur con un linguaggio più soft, non fu da meno: "estetica: originale, anche se un po' troppo elaborata; riuscito il frontale, coda troppo tronca". Anche il direttore Gianni Mazzocchi non fu più tenero: "a prima vista la linea della Giulia TI appare piuttosto sconcertante, poco persuasiva; è una squadrata tondeggiante: poi, al solito, fatto l'occhio, analizzata nei suoi particolari, si riscontra una certa piacevolezza, non priva di originalità. Anzi, è forse appunto in questa eccessiva ricerca di originalità che gli stilisti dell'Alfa hanno ecceduto, cioè nell'elaborazione dei particolari".

disegniGiulia62


Ma poi, come spesso accade, il nuovo gusto prese il sopravvento sulla tradizione e l'utente finale ne sancì il successo, tanto che in 15 anni di servizio, la Giulia nelle sue molteplici forme (coupè, spider, cabrio) è stata prodotta in più di 1 milione di esemplari (di cui 570 mila berline); per l'epoca una quota molto considerevole, visto anche il costo di acquisto che era mediamente il doppio di una berlina dell'epoca.

Tecnologicamente il salto, se possibile, fu anche più importante: dall'aerodinamica di alto livello (cx 0,34 il migliore dell'epoca), alle innovazioni motoristiche per il nuovo motore da 1.570 cc: carburatore doppio corpo, distribuzione bialbero in testa, testa e basamento di alluminio; al cambio a 5 marce, soluzione molto raffinata per l'epoca, con la quinta marcia di potenza. Per non parlare delle prestazioni, segno distintivo di Alfa Romeo da sempre: potenza 92 CV per una  velocità massima 175 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 13,7", livelli inavvicinabili per le vetture dell'epoca.

"Giulia, l'ha disegnata il vento"; questo era lo slogan di lancio della Giulia al suo debutto nel 1962.

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Adesso è ora che arrivi la Nuova Giulia...

By Luigi - C&M 

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