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Categoria: Wines
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Erbaluce, se lo conosci non ne puoi più fare a meno. Dal nome evocativo nato da una leggenda, non delude, anzi passa dalla leggenda al mito. Rimane uno dei pochi vini italiani prodotto esclusivamente nelle zone d'origine, 100% vitigno autoctono. 

Il nome "Erbaluce" è normalmente associato al nome Caluso, cittadina del Canavese, unica zona di produzione del vitigno di origine.

Secondo la leggenda, il vitigno nacque dalle lacrime versate sulla terra da Albaluce , una ninfa, figlia dell'amore impossibile tra Alba e Sole che si incontrarono grazie ad un eclisse. Il pianto fu causato dall'uomo che alla ricerca di nuove terre fertili, deviò il corso del lago di Viverone ma ne perse il controllo, travolgendo ogni cosa e portando la morte sul territorio. Da questa leggenda il nome Erbaluce.

La coltivazione dell’Erbaluce nel Canavese sembra risalire addirittura ad epoche preromane. I Romani importarono nella zona il loro metodo di coltivazione, che perdura tuttora, ovvero con ramificazioni ad almeno un metro da terra e sviluppo dei tralci su una struttura portante a pergola denominata “alteno canavesano”.

erbaluce caluso1In questi luoghi, dunque, i vini hanno una lunga storia che è arrivata intatta fino ad oggi, arricchendosi con lo scorrere del tempo grazie all'innovazione che i viticoltori della zona hanno saputo importare; coniugando perciò l’esperienza e la tradizione con l’innovazione tecnologica e scientifica, sono riusciti a raggiungere traguardi qualitativi sempre più elevati.

L'Erbaluce di Caluso , fu uno dei primi vini italiani insigniti della denominazione DOC nel 1967; da allora vengono oggi coinvolti ben cinquecento viticultori, distribuiti su circa quaranta comuni della provincia di Torino, Biella e Vercelli. 

ll riconoscimento della Denominazione di origine controllata e garantita DOCG è stato ottenuto invece nel 2010.

Di colore giallo paglierino con luminosi riflessi verdolini, rimane di una limpidezza brillante quando è giovane; profumo delicato e caratteristico, molto fine, che ricorda quello dei fiori di campo dall’acacia al biancospino; sapore fresco, armonico, vellutato, con eleganti note minerali, floreali e fruttate, lievemente ammandorlate.

Il suo profumo viene valorizzato se abbinato con piatti dal gusto delicato, come frittate a base di verdure, zuppa canavesana a base di cavolo cappuccio e brodo di carne, primi tipici del territorio, come il risotto all’Erbaluce o il risotto con le rane. Ma può reggere bene anche i fritti di carne ed ai piatti di pesce (pesce di lago o di mare poco grassi) come il carpaccio di trota e la tartare di coregone. È ottimo anche a fine pasto accompagnato a tomini freschi e grana padano fresco. Per la sua ricca struttura può essere abbinato anche ad antipasti a base di pesce o a crostacei come i gamberi; ad insalate russe, insalate di pollo, insalate di porcini.
viniErbaluce

Si consiglia di servire alla temperatura di 8-10 °C circa, in un calice da vino bianco di media ampiezza.
L’Erbaluce non si presta al lungo invecchiamento, infatti di solito l’epoca migliore per il consumo non supera i 2 anni dalla vendemmia, ad eccezione del Riserva, che può essere un po’ più longevo.

Per le sue caratteristiche, quest’uva può fare da base per vini spumanti e passiti. Infatti, oltre all’Erbaluce di Caluso bianco, esistono anche l’Erbaluce di Caluso Spumante e l’Erbaluce di Caluso Passito.

Dite la verità, vi ho dato una bella dritta eh?

 

Luigi - By C&M

 

 

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