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Categoria: Parole in libertà
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Ancora non esistevano le partenze intelligenti e le ferie scaglionate; le aziende, grandi o piccole che fossero, chiudevano categoricamente il 1° di Agosto. Chi non si poteva permettere un periodo di ferie rimaneva isolato nelle città deserte: negozi chiusi, strade vuote, nessun amico con cui condividere l'estate: "...sembra quand'ero all'oratorio, con tanto sole, tanti anni fa. Quelle domeniche da solo in un cortile, a passeggiar... ora mi annoio più di allora, neanche un prete per chiacchierar..." (Azzurro-Paolo Conte)


Agosto: le vacanze
 

Non è ancora tempo di "partenze intelligenti" e gli italiani, soprattutto se dipendenti di grandi aziende, cominciano le vacanze il 1° di Agosto.
Papà ogni anno ha un'idea per evitare il traffico: partire di notte, con il fresco, anche perchè la 128 non ha l'aria condizionata ( e le utilitarie non l'avranno per parecchi anni a venire).
Le tappe di avvicinamento al giorno della partenza sono tre: ritiro dello stipendio (100.000 lire "pulite"), preparazione dei bagagli e carico della macchina (con montaggio di portapacchi aggiuntivo).

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Nella settimana precedente alla partenza tutta la famiglia deve contribuire ad evitare problemi che possano alterare l'atmosfera pre-vacanziera: papà deve essere ancora più prudente per evitare di essere coinvolto in incidenti, perché come dice la mamma: "in questo periodo in giro ci stann' e diavuli"; Giacomo e Antonio (i bambini) devono sporcarsi il meno possibile, perché come dice la mamma " non posso lavà chiù nnient pecchè ho preparato la valiggia'"; la mamma, poi, deve rassettare ogni momento casa, in maniera da lasciare in ordine per il ritorno. Ma sono vere incazzature perché...chi riesce a tenere fermi i ragazzi? E allora giù di "cucchiarella". Cucchiarella: arnese diabolico da cucina (che potrebbe esserlo anche oggi in alcune famiglie); diabolico perché da cucchiaio di legno per mescolare il sugo, nel giro di qualche secondo diventa un'arma contundente che la mamma utilizza per calmare i bollenti spiriti dei ragazzi: rotazione a 90 gradi del braccio destro e la cucchiarella finisce la sua corsa sul posteriore ignaro dei ragazzi. La variante della cucchiarella, da interviste a ragazzi di quell'epoca, era il battipanni, che stava ormai andando in disuso e che a sua volta, intorno alla fine degli anni 50 aveva preso il posto della cinghia (dei pantaloni). Metodi d'altri tempi, figli dei proverbi popolari; mamma dice che: "mazz' e panell' fanno i figli belli"; semplicemente che qualche volta per far uscire i figli dall'incantesimo della testardaggine è necessario ricorrere alle maniere forti (mazz': bastone) ma nello stesso tempo garantire il "pane" (l'alimentazione...a volte compito preso fin troppo sul serio).

Una settimana prima la macchina deve essere coccolata; cambio dell'olio, controllo dei livelli, lavaggio supplementare e il giorno prima della partenza pieno di benzina e controllo pressione gomme... "fredde", che dovevano aver percorso cioè solo il tragitto casa-benzinaio per avere una situazione ottimale di gonfiaggio.
E finalmente arriva la vigilia del giorno di partenza: a letto presto perchè la sveglia è alle 3 del mattino, quando ancora la città dorme. Colazione rapida con caffelatte e biscotti per i bambini (per la cronaca: "oro saiwa") e caffè per mamma e papà; quindi le operazioni di carico dei bagagli.
Papà è molto meticoloso: prima bisogna caricare le valigie nel portabagagli, ottimizzando al massimo gli spazi; per questa operazione sono necessari, dopo vari tentativi di stivaggio, circa 20 minuti. Quindi il resto dei bagagli sul portapacchi, ben allineati e soprattutto coperti con apposito telo, disposto alla perfezione e fissato con elastici, affinchè durante il viaggio non si provochi il fastidioso rumore effetto "cartolina tra i raggi della bicicletta" (trrrrrrrrrrr); tempo per questa seconda fase altri 20 minuti.
Quindi disposizione in vettura; davanti i genitori e dietro i bambini con in mezzo il frigorifero portatile.
A già...destinazione Castellamare di Stabia, provincia di Napoli. Ora di partenza 4,30, ai primi bagliori della mattina. In fretta al casello di Melegnano e.......come ogni anno discreta coda di quelli che hanno pensato intelligente. 

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 Il viaggio è lungo e la mamma ha pensato a tutto per renderlo il più possibile confortevole; per il papà ha preparato un thermos di caffè fumante, anche perché con l'alzataccia fatta, un corroborante è indispensabile. Ai bambini ha preparato dei succhi di frutta e dei biscotti e per se...niente: " ahh..per me è sufficiente un caffè alla mattina e poi sto bene tutto il giorno".

La convinzione è comunque che l'autogrill sia un posto dove le cose costano troppo e sono di qualità scadente, quindi l'obbiettivo è quello di fermarsi solo un paio di volte: una per fare benzina (ad Arezzo) ed una per pranzare in un'area di sosta attrezzata, con tutto il "bendiddio" che la mamma ha preparato. 

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 Risultato: ci si ferma sempre almeno 5 o 6 volte perché la vescica non condivide queste teorie.

In una delle soste, di solito a metà strada intorno alle 10 del mattino, la macchina deve "raffreddarsi"; per questo ci si ferma, all'ombra, sotto la tettoia in pagliericcio dei parcheggi dell'autogrill. Si apre il cofano motore e si attende per una decina di minuti, tempo nel quale i famigliari vanno ai servizi; poi si riparte.

E finalmente si arriva a destinazione; il papà si trasforma, da persona tutta di un pezzo si ammorbidisce all'idea di rivedere la mamma e già prepara con i bambini, complici contenti, la solita gag. "Adesso voi state zitti, io busso alla porta e quando la nonna chiede "chi è?" io gli rispondo "il lattaio" e quando lei apre, trova la sorpresa di noi quattro" e sistematicamente la nonna si accorge e invece risponde:"a siete voi, finalmente siete arrivati! Era ora!".
Le vacanze passano quasi indolore, almeno dal punto di vista dei bambini, tra un invito a cena di uno dei tanti parenti e qualche giorno al mare. Per fortuna si ritrovano tanti bambini che seppur con diffidenza per un dialetto diverso dal loro, fanno subito combutta con Giacomo ed Antonio.
Mitiche rimangono le sfide a calcio tra i figli degli emigranti, che si ritrovavano tutti in Agosto, e i figli di quelli rimasti al paese; l'aria di diffidenza si dileguava non appena incominciava la sfida. Ancora una volta il Calcio unisce le diverse esperienze e le diverse culture.

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E poi il viaggio di ritorno; Giacomo è combattuto tra la voglia di ritornare per risentire quella suggestiva sensazione che il viaggio gli provocava e quella di rimanere in vacanza. Ma poi prevale "la prima" perché anche tornare a scuola gli provoca una bella e forte sensazione...ogni anno.

 

Fine 2° puntata

 

   Luigi - By C&M

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